Siamo pieni di Fake News

La politica è cambiata molto in questi anni. È cambiata a livello internazionale ed in italia. La globalizzazione e la digitalizzazione hanno prodotto enormi trasformazioni nel mondo a partire
dagli aspetti economici e sociali. Tanti sono gli aspetti positivi introdotti da questi cambiamenti, ma ci sono anche alcune conseguenze imprevedibili che sono emerse. Le società dei Paesi occidentali sono sempre più attraversate da un senso di insicurezza, di spaesamento, di paura e imprevedibilità del futuro. Parafrasando una celebre canzone dei Talkinh Heads “Road to Nowere” (la strada per il
nessun-dove) pare proprio che oggi la maggior parte delle persone non sappia qual è l’orizzonte verso il quale andare. Ed è proprio su questo che le forze populiste si sono inserite e sono cresciute. Su un senso di malessere e di frustrazione del popolo, su un malessere soprattutto
delle classi medie che si sono indebolite sempre di più. Nell’epoca del superamento delle ideologie e dei valori, sembra quasi non esistere più il concetto destra e sinistra ma popolo contro elite, popolo contro tecnocrazia che spesso sfocia nell’esaltazione dell’insoddisfazione e del risentimento della classe media. Su questi fattori i populisti fanno leva e lo fanno grazie all’utilizzo del web e di tutti i canali possibili, dalla tv al digitale, per dirla alla Morisi (spin doctor di Matteo Salvini) le
TRT (televisione, rete e territorio). E’ quanto è successo in questi anni nella fase iniziale del Movimento cinque stelle ma soprattutto dal 2014 ad oggi con l’ascesa di Matteo Salvini, della Lega, della Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia. In questi ultimi anni abbiamo assistito alla
personalizzazione della politica e contestualmente alla diffusione della credenza che il programma e le azioni per il futuro non vadano indicate dalla politica ma siano nelle menti degli elettori stessi. Sempre più nella comunicazione politica il problema più importante diventa non solo la conquista di nuovi elettori o il mantenimento di quelli in essere ma la capacità di installare insoddisfazione nell’elettorato dell’ avversario per indurlo all’infedeltà.
Ed è cosi che, in questo contesto, in queste dinamiche, in questi anni sono nate le Fake News e gli attacchi sul web organizzati a politici, a minoranze etniche o religiose e alle donne.
Le Fake News colpiscono le persone, la loro personalità, la loro autostima, le loro vite e quelle delle proprie famiglie. Ecco perché penso sia di fondamentale importanza parlare di questi temi, conoscerli e capire come intervenire per contrastarli o meglio per non farsi sopraffare. Utilizzare le tecnologie digitali per accusare e colpire ha ripercussioni anche sul comportamento quotidiano delle persone, anche a livello locale.
Nella mia esperienza di Sindaco di Pieve di Cento (2009/19), ho potuto vedere come la rabbia e l’odio delle persone siano notevolmente aumentate in questi ultimi anni. L’ultima nostra campagna elettorale è stata tutta improntata su una fake news (oscuramento dei simboli religiosi in una cappella non consacrata del cimitero, fatto mai avvenuto) creata ad arte e poi ripresa razionalmente da Meloni e Salvini. Per settimane sono stato inondato di mail e lettere di insulti da cittadini di tutta Italia per una notizia falsa andata in onda su una rete
nazionale e ripresa appunto da importanti esponenti politici nazionali, senza verificare la veridicità delle informazioni e di quanto stava accadendo. Questa modalità sta quindi pervadendo la politica
della terza repubblica. Lo sviluppo della digitalizzazione oggi coinvolge un numero enorme di utenti: pensiamo alla fatto che Facebook tocca i 2 miliardi di utenti.

Per arginare le Fake News ed i suoi effetti serve agire su due piani:
– il primo ed il più importante è quello culturale. L’educazione oggi è preziosa. Occorre investire nelle scuole per aiutare i ragazzi a sviluppare una coscienza critica sull’utilizzo dei sociale e del web ma anche per dare loro gli strumenti per identificare le vere fonti
informative di notizie e annunci. Occorre però anche lavorare nelle singole comunità, per rafforzare il senso dello stare insieme nelle diversità, per rafforzare le unioni locali e consentire che nessuno possa sentirsi solo od indifeso nel subire attacchi on line. Fondamentale in tal senso è far capire a tutti che è possibile difendersi, che è possibile denunciare chi, attraverso i social, attacca e offende. Lodevole l’iniziativa partita da Bologna chiamata “odiare ti costa” che offre assistenza legale a chi riceve offese sui sociale e vuole denunciare. La mail a cui fare riferimento è odiareticosta@gmail.com

– Il secondo livello attiene ai possibili interventi legislativi. Da questo punto di vista ben venga che il parlamento si faccia promotore di un progetto di legge che cerchi di porre limiti e barriere al dilagare delle Fake News come per esempio: a) pretendere dalle maggiori
piattaforme digitali di effettuare migliori controlli sul linguaggio nel web e di cancellare quei gruppi palesemente in contrasto con le normative nazionali; b) lavorare sulla qualità dell’informazione in generale, dalla stampa alla tv alla rete, affinché chi ricopre un ruolo
importante come quello del giornalista e dell’informazione pubblico possa promuovere sempre più una cultura basata su legalità e veridicità delle fonti informative e delle notizie;
c) dare il buon esempio, ovvero prevedere sanzioni per i politici che usano il web per diffondere fake news per danneggiare oppositori politici.

Un tema dunque complesso quello delle Fake News ma sempre più dilagante nella nostra società. Un tema sul quale è giusto discutere, confrontarsi, intervenire e legiferare. Ne va del modello di società che vogliamo perseguire, della società futura che vogliamo costruire per chi verrà dopo di noi.

* per questo articolo ho tratto diversi spunti dal libro di Nello Barile “Politica a bassa fedeltà”.

 

 

Pieve di Cento (BO)