LA FINE DI UNA CAMPAGNA ELETTORALE PERMANENTE?

Le elezioni regionali dell’Emilia-Romagna hanno decretato la vittoria del centrosinistra e di Stefano Bonaccini che è rimasto alla guida della Regione. Una competizione difficile quella emiliano-romagnala perché Salvini ed il centrodestra speravano di utilizzare questa elezione come un appuntamento decisivo per fare cadere il Governo a guida 5 Stelle-Partito Democratico.

I dati del 26 Gennaio (vedi tabella sopra) mostrano a livello regionale una schiacciante vittoria di Stefano Bonaccini che arriva al 51,4% contro il 43,7% di Lucia Borgonzoni, con un distacco di quasi 8%. Un risultato molto diverso da quello delle Europee di Maggio 2019 dove la coalizione di centrodestra era arrivata al 44,3% contro il 39,6% dei partiti del centrosinistra (PD, +Europa, Europa Verde e La SINISTRA).
La maggior parte degli opinionisti concorda nell’ attribuire il risultato di Stefano Bonaccini e del centro-sinistra a due variabili importanti:
– da un lato il calo di consensi del Movimento 5 stelle che è andato nella maggior parte al centrosinistra e a Stefano Bonaccini. Questo è anche il risultato di una competizione fortemente polarizzata fra Bonaccini e la Borgonzoni (Salvini), da una legge elettorale che premia il primo arrivato e probabilmente dalla crisi che è in atto all’interno del Movimento 5 stelle.
– dall’altro lato Stefano Bonaccini che si è dimostrato più credibile, forte e apprezzato dagli elettori emiliano-romagnoli. A testimoniarlo sono sicuramente i voti attribuiti al Presidente rispetto la somma dei voti dati alle liste. Stefano Bonaccini ottiene 3,3% in più rispetto alla coalizione di partiti di centrosinistra (rispettivamente 51,4% e 48,1%). Una parte dei consensi per Bonaccini arriva anche dal voto disgiunto, soprattutto fra gli elettori 5 stelle e quelli dei partiti dell’estrema sinistra. Inoltre vanno evidenziati i voti attribuiti direttamente a lui (70.000 voti solo a Stefano Bonaccini, pari al 3% del totale dei votanti).

Una vittoria schiacciante quindi considerato il contesto e le previsioni dei sondaggi delle ultime settimane.

Cosa ci dicono quindi le elezioni dell’Emilia Romagna?
A mio avviso in questa competizione si è mostrata ancora una volta la tendenza da parte degli elettori a scegliere il candidato più credibile, che ispira più fiducia e sicurezza. Seppur il movimento delle sardine abbia contribuito a risvegliare la partecipazione e a compattare gli elettori di centrosinistra che sono andati a votare (vedi anche l’affluenza), penso si possa dire che sempre più si sta indebolendo il voto di appartenenza (tendenza già in atto da anni), mentre allo stesso tempo gli elettori sono più propensi a valutare e a votare il profilo di candidati e la proposta politica che più reputano convincente in quel momento.
Nella campagna elettorale Stefano Bonaccini ha rivendicato i risultati ottenuti dal 2014 ad oggi sul piano economico ed ha tracciato una visione chiara della Regione per i prossimi anni puntando su formazione e conoscenza, investimenti ambientali (anche per il tessuto economico), potenziamento del welfare per le famiglie e gli anziani e promozione di un sistema e di una cultura dei diritti e dei doveri. Infine Bonaccini ha avuto il pregio di aver camminato lungo tutta l’Emilia (con un media di 7/8 visite al giorno) e di utilizzare sempre un linguaggio deciso, determinato ma pacato e serio.
Al contrario Lucia Borgonzoni ha attaccato alcune delle eccellenze emiliano-romagnole, come la sanità, non ha saputo indicare priorità vere verso le quali tendere, ha pagato un basso radicamento territoriale, è stata offuscata dalla presenza di Matteo Salvini che ha condotto la campagna elettorale e che ha cercato di estremizzare la stessa con alcuni episodi e dichiarazioni (come ad esempio il campanello suonato ad un ragazzo di 17 anni al Pilastro a Bologna). Gli elettori hanno quindi scelto il profilo migliore per guidare l’Emilia Romagna e non hanno interpretato le elezioni regionali come l’occasione per fare cadere il Governo a guida 5 Stelle e Partito Democratico.

Le elezioni del 26 Gennaio hanno poi evidenziato, seppur in misura leggermente inferiore, quel fenomeno che era stato palese alle Politiche del 2018 e alle Europee del 2019. Ovvero che il voto per il centro-sinistra è concentrato nelle grandi Città e nei Comuni dell’hinterland mentre nei piccoli Comuni delle aree rurali e nelle aree poste al confine della Regione è la coalizione di centro-destra a risultare vincitrice. Lucia Borgonzoni prende più consensi di Stefano Bonaccini nelle circoscrizioni di Piacenza, Parma, Ferrara e Rimini ed in diverse aree (Comuni) rurali e montane di Modena, Bologna e Forlì-Cesena (vedi tabella sotto elaborata dall’Istituto Cattaneo).

Questo fenomeno credo non vada sottovalutato. Anzi penso che una delle priorità per i prossimi anni sia proprio quella di attivare una serie di politiche che sia a livello nazionale che regionale possano ridurre questo rischio di frattura fra centro/periferia in atto. Riguarda tanti temi, fra cui il lavoro, la distribuzione della ricchezza e soprattutto i servizi. Occuparsi di chi vive nelle aree periferiche significa ripensare, in una società che sta cambiando ed invecchiando, a come garantire servizi di qualità sulla sanità, sui trasporti, sull’assistenza, sul ri-orientamento al lavoro, temi che oggi preoccupano e intimoriscono coloro che vivono in territori più distanti dal centro.

Un ultima considerazione vuole essere un auspicio. Che le elezioni Regionali dell’Emilia possano rappresentare la fine di una campagna elettorale permanente che sta attraversando l’Italia da due anni ad oggi. I dati del PIL 2019 e della produzione industriale ci dicono che questo Paese ha bisogno di un progetto e di politiche di medio-periodo per provare ad accrescere la propria competitività, la produzione industriale ed i servizi connessi, quindi per creare più posti di lavoro e più ricchezza di distribuire. Si lavori tutti responsabilmente su questo obiettivo e possano, con queste elezioni, calmarsi le acque burrascose da competizione elettorale continua in cui qualcuno ha voluto immergerci.

 

Pieve di Cento (BO)